Questa è la mia storia con Tank, pet cliente, nonché cane spazzino e killer mostruoso di biscotti. Una storia che vi invita a riflettere sulle apparenze… Che ingannano spesso, anche nel genere umano… Quindi, inizia a leggere questa bellissima storia e a sorridere a Tank e… alla vita!
Staff Ordshire Bull Terrier: che razza è?
Tank è forse il cane più educato e ubbidiente che mi sia capitato. Mi ricordo quando mi arrivò la richiesta. Oramai il pet sitting era diventato il mio lavoro e avevo bisogno di rinforzare il portfolio clienti. All’epoca, a differenza di oggi, accettavo tutto.
E così un giorno, attraverso una delle app alla quale ero iscritta, mi arrivò una richiesta di dog walking per Tank, un bellissimo Staff Ordshire Bull Terrier. Siccome avevo accettato la richiesta a priori per non farmi scappare il cliente, e conclusa la telefonata conoscitiva con la sua padrona, Lidia, mi venne però un dubbio: “Che razza di cane è lo Staff Ordshire Bull Terrier?”.
Aprii la pagina di Google e digitai Staff Ordshire e Immagini anziché contenuti. Quando vidi le foto sbiancai in volto. “No, no” borbottai tra le labbra semiaperte. “È uno di quei cani con il muso cattivo e aggressivo. Ma figurati se mi metto a gestire un cane così. Va bene tutto, il lavoro, i soldi, ma non è che ora voglio essere divorata da un cane!”.
Quindi chiamai nuovamente la cliente e comunicai che annullavo la prenotazione giustificandomi che non erano razze che gestivo. Lei cercò di rassicurarmi in tutti i modi, dicendomi che non era per nulla un cane aggressivo, ma anzi molto buono, invitandomi a conoscerci e che nel caso avrei potuto rifiutare dopo l’incontro conoscitivo. Tutti i padroni dicono che il loro cane è buono, che ogni scarrafone è bello a mamma sua. Oh, non hai idee di quante ne sento! Ma Lidia al telefono mi era sembrata una persona per bene e davvero in buona fede. Quindi accettai. Ma trascorsi un bruttissimo pomeriggio, pensando sempre a Tank e al fatto che verosimilmente sarei stata azzannata da un cane, finendo così la mia carriera e forse la mia vita.
Fu uno dei miei pomeriggi lavorativi psicologicamente più brutti. L’ansia che oramai da anni mi fa compagnia si ripresentò e prepotente. Tutto il giorno pensai alla cavolata che avevo fatto e a tutto quello cui potevo potenzialmente andare incontro: ringhiate nel migliore dei casi, morsi nel peggiore dei casi. E siccome tendo sempre a esagerare e a fare anticipazioni negative mi immaginavo già con il volto tumefatto dai suoi denti o senza una mano. A fine serata avevo deciso che sarei andata all’incontro ma che non mi sarei presa cura di Tank. Inutile dire che durante la notte non avevo chiuso occhio.
Poi non lo nascondo: mi aspettavo di trovarmi di fronte una proprietaria grezza, cafona e piena di tatuaggi. Pensavo che un cane di quella razza, che non conoscevo assolutamente, potesse avere solo quel genere di padrone. Nulla di più falso. Lidia è una persona meravigliosa, gentile, educata, e una “mamma” umana altrettanto premurosa, al punto giusto, e abbastanza in linea tra l’altro con il mio modo di concepire l’educazione di un cane.
Un cane dallo sguardo determinato ma con tanta dolcezza
Lo Staff Ordshire Bull Terrier (detto anche Staffy) è una razza canina selezionata in Gran Bretagna di taglia medio-piccola con fisico ben solido, muscoloso ma elegante, orecchie semi-erette, coda robusta, pelo corto. Sguardo serio, minaccioso, determinato come il carattere, ma non violento (Tank è il classico cane con il muso parlante), morso amplificato dalle mascelle potenti; tutte caratteristiche che tradiscono il suo carattere dolce ed equilibrato. Molto affettuoso con le persone, un po’ meno con i suoi simili.
Il grande giorno: l’appuntamento con Tank
Il mattino seguente non vedevo l’ora di alleggerirmi di questo peso. Raggiunta la via, non trovavo il numero civico. “Iniziamo bene” pensai. Gira e rigira che alla fine, rassegnata, telefonai a Lidia. Trovata finalmente la sua abitazione, mi fermai e sospirai “speriamo che non mi sbrani subito”. Suonai. Percorsi un piccolo vialetto e mi trovai davanti Lidia che mi aspettava con la caviglia distorta fuori dalla porta, motivo per cui stava cercando una dog sitter.
Di Tank non c’era nemmeno l’ombra. “Ecco, sarà chiuso in qualche stanza. Sono tutti uguali, dicono che il cane è buono pur sapendo che non lo è e lo rinchiudono da qualche parte” pensai. Quando invece aprì la porta di casa per farmi entrare, due occhi marrone intenso incastonati in un muso molossoide duramente squadrato e bicolore erano lì che mi fissavano. Io invece ero impietrita, cosa che non mi succede mai di fronte a un essere peloso con quattro zampe e una coda.
Ma proprio non riuscivo e non me la sentivo di sciogliermi con carezze, moine e vocina tenera e dire “Oh, ma ciao patato, come sei bello”. No, in quel momento Tank non era né un patato né bello, era un cane che avrebbe potuto troncarmi la carriera da un momento all’altro. Il mio viso era gelido e Lidia se ne era accorta. Anche se avessi voluto sorridere o far finta di essere a mio agio, la mia bocca era paralizzata. E io, esattamente come gli animali, non riesco a mentire. Non sarei mai riuscita a pronunciare nemmeno un timido sorriso, figuriamoci accarezzare quel cane. “Non avere paura, è buono” mi disse per l’ennesima volta.
In quel momento mi vergognavo tantissimo: una dog sitter che ha paura di un cane. In realtà non avevo paura, non ho ovviamente paura dei cani. Semplicemente non conoscevo la razza ed ero condizionata dai pregiudizi e quindi ero molto prevenuta.
Entrai timidamente e Tank mi saltò addosso per farmi le feste. E dato che Lidia, la sua padrona, era presente me le lasciai fare, al massimo mi avrebbe salvato lei. O almeno così speravo. Fatte le feste, Tank, all’ordine della sua padrona, si quietò sul divano nella sua classica posizione da pollo.
La prima passeggiata da soli
Io e Lidia intanto ci presentammo e parlammo della gestione di Tank. “Vuoi già provare oggi a fare la passeggiata?”. L’ansia si combatte affrontando ciò che ce la fa venire. “Sì, va bene”. Approfittai della presenza di Lidia e soprattutto era meglio togliermi la paura fin da subito. “Mi raccomando odia tutti i cani, in primis i maschi, quindi non devi far avvicinare nessuno”. “A posto” dissi dentro di me.
Questo era ed è il grande e unico difetto di Tank: non sopporta nessun cane. Ma con il tempo compresi invece che il suo odio per i simili (gatti compresi) era amore per gli umani. Ma quel giorno per me Tank era e rimaneva un cane pericoloso.
Come è andata a finire? Che Tank è un grande spasso ed è diventato “mio marito”! Sì, oramai, attraverso i miei post sui social, tutti lo conoscono, sanno chi è e che ci amiamo. A dire il vero, tutti mi dicono che è bellissimo. D’altronde, io, “gli uomini” me li scelgo più che bene! E poi… e poi lo conoscono per le sue debolezze e le risate che mi fa fare.
Sono molto contenta oggi di non aver, quel giorno, rinunciato all’incarico e di aver accettato comunque di conoscere Tank. Non solo. Anche la sua padrona, con la quale si è instaurato con il tempo un bel rapporto di amicizia, come in genere mi capita con molti clienti.
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Tank: cane spazzino e killer mostruoso di biscotti
Tra me e Tank si è instaurato fin da subito un feeling pazzesco. Perché gli animali sanno, percepiscono, vedono oltre. Magari gli umani avessero la sua educazione e la sua intelligenza! Tank è stata una ulteriore conferma che spesso bisogna temere dei cani piccoli e all’apparenza docili e non di quelli grandi, grossolani e con il muso squadrato. Un po’ come capita nel genere umano: uomini grandi e grossi possono essere una pasta d’uomo, mentre donnine piccole, minute che spargono carinerie a tutti, vere iene!
Tank però è un grande spazzino oltre che killer mostruoso di biscotti e cibo in generale! Quante figure mi fa fare! Già i cani lo sono in genere per etogramma, ma lui batte tutti, è davvero un campione! Le passeggiate con lui non sono rilassanti, anzi, sono mentalmente e fisicamente impegnative, perché devo sempre avere la testa bassa e guardare dove mette il muso ed essere pronta a tirarlo se sta per aprire la bocca e mangiare chissà che cosa. Mangerebbe di tutto. E ha infatti mangiato e mangia di tutto: cacche, mandarini, cachi, tovaglioli, carte varie di cibo, kiwi, fichi, oggetti di plastica… Ha talmente fame che con lui il gioco “Ti do un po’ di niente” riesce perfettamente ed è un mero divertimento.
Le passeggiate con lui sono un tira e molla. E hanno un passo sostenuto, spedito e prevedono esercizi ai bicipiti. Tank è uno di quei cani che mi tiene in forma, e alla grande. Tank ha il passo spedito perché è sempre alla ricerca di cibo e quindi il suo olfatto, perfettamente sviluppato, forse troppo, lo porta dove lui vuole andare e per non farsi scappare nulla, tira di brutto! Dico sempre a Lidia che deve portarlo a cercare tartufi. La sua risposta è stata: “Il problema è che poi se li mangia lui!”.
Con Tank rido tanto per… non piangere!
E ovviamente le figure non mancano. La raccolta si implementa praticamente ogni giorno. Un giorno di fronte a noi stava arrivando un ragazzo con la pizza in mano e se la stava gustando. Erano le prime settimane insieme e non avevo ancora capito che Tank da questo punto di vista era davvero un cane pericoloso: si lanciò letteralmente contro la pizza, la strappò dalle mani del ragazzo e se la mangiò. Io ferma come un palo senza proferir parola. “Ora il ragazzo mi mena” pensai. Invece per fortuna si mise a ridere e io gli dissi che gli avrei ricomprato la pizza. Mi disse di non preoccuparmi, per fortuna. Per fortuna esistono ancora persone tolleranti e comprensibili.
Quando qualcuno mi dice di non avvicinarmi perché ha paura di Tank rispondo che fa bene perché Tank è un cane molto aggressivo, di fronte ai biscotti però!
E Tank è anche questo: attivatore di relazioni sociali. Con lui ho conosciuto per strada tante persone che oramai sanno che sono la sua tata ed è diventato la mascotte di molti… bar.
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Tank quando mi aspetta per la passeggiata del pomeriggio
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Tank: cane spazzino e killer mostruoso di biscotti
Daniela LariveiQuesta è la mia storia con Tank, pet cliente, nonché cane spazzino e killer mostruoso di biscotti. Una storia che vi invita a riflettere sulle apparenze… Che ingannano spesso, anche nel genere umano… Quindi, inizia a leggere questa bellissima storia e a sorridere a Tank e… alla vita!
Staff Ordshire Bull Terrier: che razza è?
Tank è forse il cane più educato e ubbidiente che mi sia capitato. Mi ricordo quando mi arrivò la richiesta. Oramai il pet sitting era diventato il mio lavoro e avevo bisogno di rinforzare il portfolio clienti. All’epoca, a differenza di oggi, accettavo tutto.
E così un giorno, attraverso una delle app alla quale ero iscritta, mi arrivò una richiesta di dog walking per Tank, un bellissimo Staff Ordshire Bull Terrier. Siccome avevo accettato la richiesta a priori per non farmi scappare il cliente, e conclusa la telefonata conoscitiva con la sua padrona, Lidia, mi venne però un dubbio: “Che razza di cane è lo Staff Ordshire Bull Terrier?”.
Aprii la pagina di Google e digitai Staff Ordshire e Immagini anziché contenuti. Quando vidi le foto sbiancai in volto. “No, no” borbottai tra le labbra semiaperte. “È uno di quei cani con il muso cattivo e aggressivo. Ma figurati se mi metto a gestire un cane così. Va bene tutto, il lavoro, i soldi, ma non è che ora voglio essere divorata da un cane!”.
Quindi chiamai nuovamente la cliente e comunicai che annullavo la prenotazione giustificandomi che non erano razze che gestivo. Lei cercò di rassicurarmi in tutti i modi, dicendomi che non era per nulla un cane aggressivo, ma anzi molto buono, invitandomi a conoscerci e che nel caso avrei potuto rifiutare dopo l’incontro conoscitivo. Tutti i padroni dicono che il loro cane è buono, che ogni scarrafone è bello a mamma sua. Oh, non hai idee di quante ne sento! Ma Lidia al telefono mi era sembrata una persona per bene e davvero in buona fede. Quindi accettai. Ma trascorsi un bruttissimo pomeriggio, pensando sempre a Tank e al fatto che verosimilmente sarei stata azzannata da un cane, finendo così la mia carriera e forse la mia vita.
Fu uno dei miei pomeriggi lavorativi psicologicamente più brutti. L’ansia che oramai da anni mi fa compagnia si ripresentò e prepotente. Tutto il giorno pensai alla cavolata che avevo fatto e a tutto quello cui potevo potenzialmente andare incontro: ringhiate nel migliore dei casi, morsi nel peggiore dei casi. E siccome tendo sempre a esagerare e a fare anticipazioni negative mi immaginavo già con il volto tumefatto dai suoi denti o senza una mano. A fine serata avevo deciso che sarei andata all’incontro ma che non mi sarei presa cura di Tank. Inutile dire che durante la notte non avevo chiuso occhio.
Poi non lo nascondo: mi aspettavo di trovarmi di fronte una proprietaria grezza, cafona e piena di tatuaggi. Pensavo che un cane di quella razza, che non conoscevo assolutamente, potesse avere solo quel genere di padrone. Nulla di più falso. Lidia è una persona meravigliosa, gentile, educata, e una “mamma” umana altrettanto premurosa, al punto giusto, e abbastanza in linea tra l’altro con il mio modo di concepire l’educazione di un cane.
Un cane dallo sguardo determinato ma con tanta dolcezza
Lo Staff Ordshire Bull Terrier (detto anche Staffy) è una razza canina selezionata in Gran Bretagna di taglia medio-piccola con fisico ben solido, muscoloso ma elegante, orecchie semi-erette, coda robusta, pelo corto. Sguardo serio, minaccioso, determinato come il carattere, ma non violento (Tank è il classico cane con il muso parlante), morso amplificato dalle mascelle potenti; tutte caratteristiche che tradiscono il suo carattere dolce ed equilibrato. Molto affettuoso con le persone, un po’ meno con i suoi simili.
Il grande giorno: l’appuntamento con Tank
Il mattino seguente non vedevo l’ora di alleggerirmi di questo peso. Raggiunta la via, non trovavo il numero civico. “Iniziamo bene” pensai. Gira e rigira che alla fine, rassegnata, telefonai a Lidia. Trovata finalmente la sua abitazione, mi fermai e sospirai “speriamo che non mi sbrani subito”. Suonai. Percorsi un piccolo vialetto e mi trovai davanti Lidia che mi aspettava con la caviglia distorta fuori dalla porta, motivo per cui stava cercando una dog sitter.
Di Tank non c’era nemmeno l’ombra. “Ecco, sarà chiuso in qualche stanza. Sono tutti uguali, dicono che il cane è buono pur sapendo che non lo è e lo rinchiudono da qualche parte” pensai. Quando invece aprì la porta di casa per farmi entrare, due occhi marrone intenso incastonati in un muso molossoide duramente squadrato e bicolore erano lì che mi fissavano. Io invece ero impietrita, cosa che non mi succede mai di fronte a un essere peloso con quattro zampe e una coda.
Ma proprio non riuscivo e non me la sentivo di sciogliermi con carezze, moine e vocina tenera e dire “Oh, ma ciao patato, come sei bello”. No, in quel momento Tank non era né un patato né bello, era un cane che avrebbe potuto troncarmi la carriera da un momento all’altro. Il mio viso era gelido e Lidia se ne era accorta. Anche se avessi voluto sorridere o far finta di essere a mio agio, la mia bocca era paralizzata. E io, esattamente come gli animali, non riesco a mentire. Non sarei mai riuscita a pronunciare nemmeno un timido sorriso, figuriamoci accarezzare quel cane. “Non avere paura, è buono” mi disse per l’ennesima volta.
In quel momento mi vergognavo tantissimo: una dog sitter che ha paura di un cane. In realtà non avevo paura, non ho ovviamente paura dei cani. Semplicemente non conoscevo la razza ed ero condizionata dai pregiudizi e quindi ero molto prevenuta.
Entrai timidamente e Tank mi saltò addosso per farmi le feste. E dato che Lidia, la sua padrona, era presente me le lasciai fare, al massimo mi avrebbe salvato lei. O almeno così speravo. Fatte le feste, Tank, all’ordine della sua padrona, si quietò sul divano nella sua classica posizione da pollo.
La prima passeggiata da soli
Io e Lidia intanto ci presentammo e parlammo della gestione di Tank. “Vuoi già provare oggi a fare la passeggiata?”. L’ansia si combatte affrontando ciò che ce la fa venire. “Sì, va bene”. Approfittai della presenza di Lidia e soprattutto era meglio togliermi la paura fin da subito. “Mi raccomando odia tutti i cani, in primis i maschi, quindi non devi far avvicinare nessuno”. “A posto” dissi dentro di me.
Questo era ed è il grande e unico difetto di Tank: non sopporta nessun cane. Ma con il tempo compresi invece che il suo odio per i simili (gatti compresi) era amore per gli umani. Ma quel giorno per me Tank era e rimaneva un cane pericoloso.
Come è andata a finire? Che Tank è un grande spasso ed è diventato “mio marito”! Sì, oramai, attraverso i miei post sui social, tutti lo conoscono, sanno chi è e che ci amiamo. A dire il vero, tutti mi dicono che è bellissimo. D’altronde, io, “gli uomini” me li scelgo più che bene! E poi… e poi lo conoscono per le sue debolezze e le risate che mi fa fare.
Sono molto contenta oggi di non aver, quel giorno, rinunciato all’incarico e di aver accettato comunque di conoscere Tank. Non solo. Anche la sua padrona, con la quale si è instaurato con il tempo un bel rapporto di amicizia, come in genere mi capita con molti clienti.
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Tank: cane spazzino e killer mostruoso di biscotti
Tra me e Tank si è instaurato fin da subito un feeling pazzesco. Perché gli animali sanno, percepiscono, vedono oltre. Magari gli umani avessero la sua educazione e la sua intelligenza! Tank è stata una ulteriore conferma che spesso bisogna temere dei cani piccoli e all’apparenza docili e non di quelli grandi, grossolani e con il muso squadrato. Un po’ come capita nel genere umano: uomini grandi e grossi possono essere una pasta d’uomo, mentre donnine piccole, minute che spargono carinerie a tutti, vere iene!
Tank però è un grande spazzino oltre che killer mostruoso di biscotti e cibo in generale! Quante figure mi fa fare! Già i cani lo sono in genere per etogramma, ma lui batte tutti, è davvero un campione! Le passeggiate con lui non sono rilassanti, anzi, sono mentalmente e fisicamente impegnative, perché devo sempre avere la testa bassa e guardare dove mette il muso ed essere pronta a tirarlo se sta per aprire la bocca e mangiare chissà che cosa. Mangerebbe di tutto. E ha infatti mangiato e mangia di tutto: cacche, mandarini, cachi, tovaglioli, carte varie di cibo, kiwi, fichi, oggetti di plastica… Ha talmente fame che con lui il gioco “Ti do un po’ di niente” riesce perfettamente ed è un mero divertimento.
Le passeggiate con lui sono un tira e molla. E hanno un passo sostenuto, spedito e prevedono esercizi ai bicipiti. Tank è uno di quei cani che mi tiene in forma, e alla grande. Tank ha il passo spedito perché è sempre alla ricerca di cibo e quindi il suo olfatto, perfettamente sviluppato, forse troppo, lo porta dove lui vuole andare e per non farsi scappare nulla, tira di brutto! Dico sempre a Lidia che deve portarlo a cercare tartufi. La sua risposta è stata: “Il problema è che poi se li mangia lui!”.
Con Tank rido tanto per… non piangere!
E ovviamente le figure non mancano. La raccolta si implementa praticamente ogni giorno. Un giorno di fronte a noi stava arrivando un ragazzo con la pizza in mano e se la stava gustando. Erano le prime settimane insieme e non avevo ancora capito che Tank da questo punto di vista era davvero un cane pericoloso: si lanciò letteralmente contro la pizza, la strappò dalle mani del ragazzo e se la mangiò. Io ferma come un palo senza proferir parola. “Ora il ragazzo mi mena” pensai. Invece per fortuna si mise a ridere e io gli dissi che gli avrei ricomprato la pizza. Mi disse di non preoccuparmi, per fortuna. Per fortuna esistono ancora persone tolleranti e comprensibili.
Quando qualcuno mi dice di non avvicinarmi perché ha paura di Tank rispondo che fa bene perché Tank è un cane molto aggressivo, di fronte ai biscotti però!
E Tank è anche questo: attivatore di relazioni sociali. Con lui ho conosciuto per strada tante persone che oramai sanno che sono la sua tata ed è diventato la mascotte di molti… bar.
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Tank quando mi aspetta per la passeggiata del pomeriggio
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(Foto by Daniela Larivei)
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