Ieri, venerdì 17 febbraio, è stata la Festa del gatto, che si celebra a livello nazionale oramai dal 1990. E proprio per questo, molti professionisti del settore si battono per aiutare a comprendere queste “graziose tigri domestiche”, come le definiva l’etologo Konrad Lorenz, e sfatare falsi miti che li riguardano. False convinzioni entrate nell’immaginario di molti, che hanno reso il gatto l’animale più incompreso dell’universo (se invece uno sapesse quanto è straordinario…!). Lo sapevi infatti che ci sono errori che non devi fare quando prendi un gatto? Perché spesso dei gatti si ha una percezione davvero distorta e non se lo meritano! Quindi se anche tu vuoi conoscere meglio questa creatura, perché è o sarà presente nella tua famiglia, leggi quello che dice l’esperto.
I 7 errori che non devi fare quando prendi un gatto
Msd Animal Health, leader nel mondo per il settore della salute e del benessere animale, con Simona Cannas, veterinaria specializzata in Etologia applicata e Benessere animale e ricercatrice presso il Dipartimento di medicina veterinaria e scienze animali di Lodi, ha deciso di svelarti le reali caratteristiche del gatto, fornire suggerimenti se ne hai o ne vuoi adottare uno, e suggerire chi non dovrebbe assolutamente prenderne uno…
Una percezione distorta dei loro comportamenti ci porta a perpetuare errori nei rapporti con loro. Errori che descrivono in sostanza più i nostri limiti che non la loro essenza e che, se ripetuti nel tempo, possono minacciare l’equilibrio e l’interconnessione tra la salute umana e animale.
Quindi vediamo i 7 errori che non devi fare quando prendi un gatto. Ovvero pensare che…
Il gatto non è un animale sociale: falso
Il gatto è invece un animale sociale. Nel suo percorso evolutivo e di addomesticamento, ha fatto molti progressi per avvicinarsi agli esseri umani che sono per lui molto importanti anche a livello comunicativo. Basti pensare al miagolio: nel processo di addomesticamento, proprio per stare con noi, i gatti hanno sviluppato questo tipo di comunicazione. E quell’intensità di suono è quello a cui noi rispondiamo maggiormente.
Il gatto si affeziona alla casa, non alle persone: falso
Il gatto è certamente un animale territoriale, ma crea legami affiliativi molto forti con le persone. Un gatto può creare un rapporto preferenziale e speciale con un membro della famiglia.
Il gatto è un animale che non si può educare: falso
Il gatto è un animale sicuramente indipendente e possiede un’intelligenza diversa da quella del cane. Non maggiore o minore: diversa. Mentre il cane è stato addomesticato per essere dipendente da noi, il processo di addomesticamento del gatto è stato diverso. Siamo noi quindi a dover trovare la modalità e la motivazione giusta per insegnare alcune regole, ma spesso sbagliamo i modi, i tempi… e i premi. Per un gatto il cibo non è un elemento primario con cui premiarlo (come invece lo è per il cane). Uno studio recente spiega che la maggior parte dei gatti, se deve scegliere tra un suo gioco preferito, il cibo preferito, un odore preferito sceglie… l’umano preferito.
Il gatto non è empatico ed è anaffettivo: falso
Il gatto è fortemente empatico, ha solo una modalità diversa di comunicare, e ci ama come fossimo i loro genitori. Quando siamo nervosi o arrabbiati, il gatto lo capisce subito e si allontana. Quando non stiamo bene o siamo tristi ci sta vicino per darci supporto. È sempre influenzato dalle nostre emozioni. Anche solo con lo starci vicino o con il gesto di leccarci ci sta manifestando Il suo legame con noi. Così come quando si strofina su di noi: è una forma di marcatura, ma con questo gesto sta anche ripristinando l’odore della colonia, la sua famiglia.
Il gatto sta meglio in compagnia di un altro gatto: falso
Questa sembra essere più un’esigenza umana che felina. Il gatto in natura crea legami affiliativi con altri gatti, ma se tra due gatti non c’è feeling, non staranno mai assieme. A volte, pur non sopportandosi, riescono a non interagire troppo fra di loro, ma possiamo anche assistere a fenomeni di ‘aggressività passiva’, come per esempio lo stalking o il bullismo. Ovvero tendono a seguire la vittima, senza compiere gesti aggressivi ma standogli sempre addosso, come avvoltoi, o ancora impedendogli di avvicinarsi alla ciotola del cibo. Insomma, possono trasformarsi in stalker dei propri simili quando sono costretti a conviverci in modo forzato. Lo vedo spesso quando accudisco a casa mia diversi gatti. In genere, se non si sopportano, convivono ma non si considerano per nulla oppure fanno un po’ i bulli, per esempio non facendo avvicinare nessuno alla propria ciotola. Ma raramente manifestano aggressività attiva, fortunatamente anche per me.
Il gatto che sta a casa non ha bisogno di cure specifiche: falso
Secondo uno studio condotto grazie al contributo non condizionato di Msd Animal Health con il coinvolgimento di tutti i Dipartimenti di parassitologia veterinaria dei 13 poli universitari italiani, quasi 6 gatti su 10 risultano affetti da almeno una specie di parassita. Questo significa che oltre il 50% dei gatti domestici alberga almeno un parassita, localizzato all’esterno, come nel caso di pulci e zecche, o all’interno come nel caso dei vermi intestinali o respiratori. Non bisogna mai quindi sottovalutare il rischio di infestazione da parassiti, anche nel caso di gatti che vivono prevalentemente in casa.
Il gatto, a differenza del cane che esce spesso, non deve essere microchippato: falso
Anche il gatto può trovarsi nelle condizioni di uscire di casa o di viaggiare. In entrambi i casi, l’applicazione di un microchip permette a chi lo ritrova di poter rintracciare il proprietario e identificare l’animale tempestivamente. Oltre al fatto che per viaggiare all’estero è obbligatorio che abbia il microchip (leggi anche Come trasportare un peloso in aereo). Inoltre, in alcune Regioni italiane come la Lombardia e la Puglia, il microchip è obbligatorio per tutti i gatti domestici. Il microchip viene iniettato dal veterinario sottopelle tra le scapole e non reca alcun fastidio per il gatto.
In merito alla personalità dei gatti, Cannas spiega che l’ultimo studio che riguarda i tratti di personalità dei gatt, ne ha individuato 6 tipologie. Esiste infatti il gatto:
giocoso, energico, giocherellone curioso che è in genere associato alla personalità estroversa dell’essere;
nervoso, cauto, timido, apprensivo che è stato correlato al nevroticismo umano (da Wikipedia);
amabile, calmo collaborativo, pacifico, che ha la stessa rappresentazione a livello umano;
poi ci sono altre tipologie di gatti meno associate a quelle dell’essere umano, come il gatto sicuro, indipendente, serio;
esigente, bisognoso di attenzioni, rumoroso;
ingenuo, un po’ impacciato, quello cioè che combina sempre pasticci involontari.
Grazie a questi profili, puoi conoscere facilmente il temperamento predominante nel tuo gatto, per interagire al meglio con lui, prenderti cura del suo benessere e della sua salute e, soprattutto, rispettarlo: “Ci sono comportamenti che fanno parte della sua natura e che dobbiamo rispettare – afferma Cannas -. Il consiglio quindi per chi vuole adottare un gatto è di informarsi molto bene sulle sue caratteristiche, la sua personalità e i suoi codici di comportamento, per non partire con aspettative non realistiche”. E poi, peggio, pentirsene e volerlo cedere o abbandonare.
Occhio ai maltrattamenti inconsapevoli
Quando si parla di maltrattamento animale, si pensa subito ad abbandoni e violenza. Invece, non sempre è così. Anche umanizzarli vuol dire maltrattarli. Perché anche non rispettare le sue necessità, come il bisogno di sentirsi parte della propria specie e il seguire una dieta che rispecchi le sue esigenze nutritive e non le preferenze dei proprietari, è segno di maltrattamento involontario. Il fenomeno dell’umanizzazione risulta essere in continua crescita e con ripercussioni dirette sul benessere sia dell’uomo sia dell’animale, come patologie comportamentali, malattie croniche, aggressività (e poi i miei clienti mi chiedono perché il gatto fa i bisogni fuori dalla lettiera, miagola in continuazione, ha sempre la cistite…).
Il gatto però non è per tutti
Il gatto è un animale perfetto per tutti? Secondo sempre Cannas, no. E spiega: “Meglio non adottarlo se si è tendenzialmente nervosi e si tende ad alzare la voce e a risolvere i problemi o le difficoltà in maniera aggressiva. Il gatto non è malleabile da questo punto di vista e quindi, se è spaventato, non riesce a creare dei legami e in alcuni casi, reagisce. Le persone ansiose tendono a prendere un gatto come una sorta di supporto psichico e, per quanto possa essere loro utile, non lo è per i gatti che tendono a sviluppare stress e ansia. Al contrario una persona aperta ed equilibrata tende a crescere un gatto più sicuro e tranquillo”. Questi possono pertanto essere motivi per non prendere un gatto.
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I 7 errori che non devi fare quando prendi un gatto
Daniela LariveiIeri, venerdì 17 febbraio, è stata la Festa del gatto, che si celebra a livello nazionale oramai dal 1990. E proprio per questo, molti professionisti del settore si battono per aiutare a comprendere queste “graziose tigri domestiche”, come le definiva l’etologo Konrad Lorenz, e sfatare falsi miti che li riguardano. False convinzioni entrate nell’immaginario di molti, che hanno reso il gatto l’animale più incompreso dell’universo (se invece uno sapesse quanto è straordinario…!). Lo sapevi infatti che ci sono errori che non devi fare quando prendi un gatto? Perché spesso dei gatti si ha una percezione davvero distorta e non se lo meritano! Quindi se anche tu vuoi conoscere meglio questa creatura, perché è o sarà presente nella tua famiglia, leggi quello che dice l’esperto.
I 7 errori che non devi fare quando prendi un gatto
Msd Animal Health, leader nel mondo per il settore della salute e del benessere animale, con Simona Cannas, veterinaria specializzata in Etologia applicata e Benessere animale e ricercatrice presso il Dipartimento di medicina veterinaria e scienze animali di Lodi, ha deciso di svelarti le reali caratteristiche del gatto, fornire suggerimenti se ne hai o ne vuoi adottare uno, e suggerire chi non dovrebbe assolutamente prenderne uno…
Una percezione distorta dei loro comportamenti ci porta a perpetuare errori nei rapporti con loro. Errori che descrivono in sostanza più i nostri limiti che non la loro essenza e che, se ripetuti nel tempo, possono minacciare l’equilibrio e l’interconnessione tra la salute umana e animale.
Quindi vediamo i 7 errori che non devi fare quando prendi un gatto. Ovvero pensare che…
Il gatto non è un animale sociale: falso
Il gatto è invece un animale sociale. Nel suo percorso evolutivo e di addomesticamento, ha fatto molti progressi per avvicinarsi agli esseri umani che sono per lui molto importanti anche a livello comunicativo. Basti pensare al miagolio: nel processo di addomesticamento, proprio per stare con noi, i gatti hanno sviluppato questo tipo di comunicazione. E quell’intensità di suono è quello a cui noi rispondiamo maggiormente.
Il gatto si affeziona alla casa, non alle persone: falso
Il gatto è certamente un animale territoriale, ma crea legami affiliativi molto forti con le persone. Un gatto può creare un rapporto preferenziale e speciale con un membro della famiglia.
Il gatto è un animale che non si può educare: falso
Il gatto è un animale sicuramente indipendente e possiede un’intelligenza diversa da quella del cane. Non maggiore o minore: diversa. Mentre il cane è stato addomesticato per essere dipendente da noi, il processo di addomesticamento del gatto è stato diverso. Siamo noi quindi a dover trovare la modalità e la motivazione giusta per insegnare alcune regole, ma spesso sbagliamo i modi, i tempi… e i premi. Per un gatto il cibo non è un elemento primario con cui premiarlo (come invece lo è per il cane). Uno studio recente spiega che la maggior parte dei gatti, se deve scegliere tra un suo gioco preferito, il cibo preferito, un odore preferito sceglie… l’umano preferito.
Il gatto non è empatico ed è anaffettivo: falso
Il gatto è fortemente empatico, ha solo una modalità diversa di comunicare, e ci ama come fossimo i loro genitori. Quando siamo nervosi o arrabbiati, il gatto lo capisce subito e si allontana. Quando non stiamo bene o siamo tristi ci sta vicino per darci supporto. È sempre influenzato dalle nostre emozioni. Anche solo con lo starci vicino o con il gesto di leccarci ci sta manifestando Il suo legame con noi. Così come quando si strofina su di noi: è una forma di marcatura, ma con questo gesto sta anche ripristinando l’odore della colonia, la sua famiglia.
Il gatto sta meglio in compagnia di un altro gatto: falso
Questa sembra essere più un’esigenza umana che felina. Il gatto in natura crea legami affiliativi con altri gatti, ma se tra due gatti non c’è feeling, non staranno mai assieme. A volte, pur non sopportandosi, riescono a non interagire troppo fra di loro, ma possiamo anche assistere a fenomeni di ‘aggressività passiva’, come per esempio lo stalking o il bullismo. Ovvero tendono a seguire la vittima, senza compiere gesti aggressivi ma standogli sempre addosso, come avvoltoi, o ancora impedendogli di avvicinarsi alla ciotola del cibo. Insomma, possono trasformarsi in stalker dei propri simili quando sono costretti a conviverci in modo forzato. Lo vedo spesso quando accudisco a casa mia diversi gatti. In genere, se non si sopportano, convivono ma non si considerano per nulla oppure fanno un po’ i bulli, per esempio non facendo avvicinare nessuno alla propria ciotola. Ma raramente manifestano aggressività attiva, fortunatamente anche per me.
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Il gatto che sta a casa non ha bisogno di cure specifiche: falso
Secondo uno studio condotto grazie al contributo non condizionato di Msd Animal Health con il coinvolgimento di tutti i Dipartimenti di parassitologia veterinaria dei 13 poli universitari italiani, quasi 6 gatti su 10 risultano affetti da almeno una specie di parassita. Questo significa che oltre il 50% dei gatti domestici alberga almeno un parassita, localizzato all’esterno, come nel caso di pulci e zecche, o all’interno come nel caso dei vermi intestinali o respiratori. Non bisogna mai quindi sottovalutare il rischio di infestazione da parassiti, anche nel caso di gatti che vivono prevalentemente in casa.
Il gatto, a differenza del cane che esce spesso, non deve essere microchippato: falso
Anche il gatto può trovarsi nelle condizioni di uscire di casa o di viaggiare. In entrambi i casi, l’applicazione di un microchip permette a chi lo ritrova di poter rintracciare il proprietario e identificare l’animale tempestivamente. Oltre al fatto che per viaggiare all’estero è obbligatorio che abbia il microchip (leggi anche Come trasportare un peloso in aereo). Inoltre, in alcune Regioni italiane come la Lombardia e la Puglia, il microchip è obbligatorio per tutti i gatti domestici. Il microchip viene iniettato dal veterinario sottopelle tra le scapole e non reca alcun fastidio per il gatto.
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6 tipi di personalità felina
In merito alla personalità dei gatti, Cannas spiega che l’ultimo studio che riguarda i tratti di personalità dei gatt, ne ha individuato 6 tipologie. Esiste infatti il gatto:
Grazie a questi profili, puoi conoscere facilmente il temperamento predominante nel tuo gatto, per interagire al meglio con lui, prenderti cura del suo benessere e della sua salute e, soprattutto, rispettarlo: “Ci sono comportamenti che fanno parte della sua natura e che dobbiamo rispettare – afferma Cannas -. Il consiglio quindi per chi vuole adottare un gatto è di informarsi molto bene sulle sue caratteristiche, la sua personalità e i suoi codici di comportamento, per non partire con aspettative non realistiche”. E poi, peggio, pentirsene e volerlo cedere o abbandonare.
Occhio ai maltrattamenti inconsapevoli
Quando si parla di maltrattamento animale, si pensa subito ad abbandoni e violenza. Invece, non sempre è così. Anche umanizzarli vuol dire maltrattarli. Perché anche non rispettare le sue necessità, come il bisogno di sentirsi parte della propria specie e il seguire una dieta che rispecchi le sue esigenze nutritive e non le preferenze dei proprietari, è segno di maltrattamento involontario. Il fenomeno dell’umanizzazione risulta essere in continua crescita e con ripercussioni dirette sul benessere sia dell’uomo sia dell’animale, come patologie comportamentali, malattie croniche, aggressività (e poi i miei clienti mi chiedono perché il gatto fa i bisogni fuori dalla lettiera, miagola in continuazione, ha sempre la cistite…).
Il gatto però non è per tutti
Il gatto è un animale perfetto per tutti? Secondo sempre Cannas, no. E spiega: “Meglio non adottarlo se si è tendenzialmente nervosi e si tende ad alzare la voce e a risolvere i problemi o le difficoltà in maniera aggressiva. Il gatto non è malleabile da questo punto di vista e quindi, se è spaventato, non riesce a creare dei legami e in alcuni casi, reagisce. Le persone ansiose tendono a prendere un gatto come una sorta di supporto psichico e, per quanto possa essere loro utile, non lo è per i gatti che tendono a sviluppare stress e ansia. Al contrario una persona aperta ed equilibrata tende a crescere un gatto più sicuro e tranquillo”. Questi possono pertanto essere motivi per non prendere un gatto.
Se cerchi una pet sitter che si prenda cura del tuo micio durante la tua assenza o hai bisogna di una consulenza felina, contattami compilando il modulo qui sotto e ti risponderò entro 24 ore.
I dati personali forniti saranno trattati al solo fine di rispondere alla tua richiesta e per aggiornarti sugli ultimi post del mio blog e sulle mie attività, nel pieno rispetto di quanto descritto nella Privacy Policy. Scrivendo, confermo di aver preso visione dell’informativa.
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