escursione nel sud della Tunisia

Escursione nel sud della Tunisia: Tataouine e Chenini

Durante la mia vacanza a Djerba dal 3 al 14 giugno, ho fatto una bellissima escursione nel sud della Tunisia, ovvero a Tataouine e Chenini. L’escursione a Tataouine è tra le escursioni più leggere che si possono fare, anche se il giorno in cui l’ho fatta io era tra i più torridi della stagione – più di 40 gradi. Ma ovviamente ne è valsa la pena! Per questo motivo, al mattino si parte presto per poter fare in tutta tranquillità soprattutto la visita di Chenini che prevede una passeggiata sotto il sole. Ora ti racconto nel dettaglio come si svolge l’escursione e se ti ho convinto a farla puoi scrivermi alla email che trovi in calce e ti metterò in contatto con la agenzia locale riconosciuta che la organizza.

Escursione nel sud della Tunisia: Tataouine e Chenini

Il giorno in cui ho fatto l’escursione nel sud della Tunisia, siamo partiti alle 7 del mattino, proprio per arrivare prima di mezzogiorno a Chenini e poter visitare il villaggio troglodita senza farci sciogliere  e disidratare dal sole cocente. Dopo aver recuperato gli altri partecipanti nelle diverse strutture, ci siamo diretti nel sud della Tunisia attraversando il ponte romano, che collega appunto la magica isola di Djerba con il Continente. Il ponte romano si chiama così perché è stato costruito dai romani anche se di romano non è rimasto nulla.

Il lago salato di Medenine

Quindi, attraversato il ponte romano, ci siamo trovati in Tunisia, nel Governatorato di Medenine. La Tunisia è divisa in Governatorati, che corrispondono alle Regioni italiane. Ogni Governatorato prende il nome dal capoluogo, così ci sono il Governatorato di Medenine, Tataouine ecc.

La prima tappa è stata al lago salato, appunto nel Governatorato di Medenine. In Tunisia ci sono molti laghi salati ed è per questo che il sale, che abbonda, ha perso valore. Di recente il governo tunisino ha stipulato un accordo con il Canada per la vendita del sale, così non solo non viene sprecato ma ne guadagna anche l’economia tunisina.

Il lago salato è una forma di deserto (deserto di sale). Le altre due sono quelle di sabbia e di roccia. Dire infatti deserto del Sahara è errato, perché sahara in arabo vuol dire deserto, che è composto, appunto da sabbia, roccia e laghi.

escursione nel sud della Tunisia

Io nel lago salato

Le dune del deserto di Tataouine

Lasciato il Governatorato di Mededine ci siamo addentrati in quello di Tatouine. Tataouine è una città che ha molta importanza storica per i francesi (che la chiamano Taouine), molto meno per gli italiani.

Nei dintorni di Medenine e Tataouine, la pianura è pietrosa e si apre su grandiosi paesaggi di montagne e altopiani desertici, dirupi e picchi rocciosi. E in questo scenario a farla da padrone sono gli ksour, granai collettivi fortificati dei nomadi sahariani (spiego cosa sono più avanti). Altrettanto straordinari sono i vecchi villaggi berberi aggrappati alla cima delle montagne, come Chenini (vedi sempre più sotto) e Douiret.

La prima tappa è stata alle dune del deserto. Chi lo avrebbe mai detto che avrei di nuovo lasciato le mie impronte nel deserto sabbioso tunisino? Ma a Tatouine, questa volta, là dove le dune avanzano imponenti. Come la forza, altro che resilienza, che c’è in ognuno di noi. Che ci aggrappiamo alla vita e reclamiamo il nostro posto nel mondo. Giustamente. La natura ha la sua forza e quando decide che vuole/deve predominare lo fa, senza se e senza ma.

La si vuole frenare piantando alberi di Eucalipto o Tamarix o creando barriere di foglie di palma (e in futuro utilizzando l’acqua). Le dune devono fermarsi perché è in atto una desertificazione agguerrita. Che è poi quello che succede nelle persone, come me, come alcune che ho incontrato in questo viaggio, che reclamano la propria natura e sopratutto il diritto di godersela, questa fottuta vita, superando ostacoli, limiti, barriere fisiche e psicologiche, paure.

Se non fosse altro per arrivare a una grande pace nel cuore e nell’anima. Passando sì anche in questo caso, a una desertificazione: di dolore, ingiustizie, situazioni e persone negative. Il sud tunisino, dalla fine del Ponte Romano, che collega l’isola di Djerba al Continente, è incantevole, ti ruba ogni minuto, che non è più tuo ma di questa straordinaria e significativa natura. Guai non rispettarla. Fa parte della vita, che tanto ti dà e tanto ti toglie.

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Io sulle dune

Il mercato settimanale di Tataouine

Quindi si prosegue per la visita della cittadina di Tataouine con il suo mercato tipico, non turistico, settimanale dove si ritrovano contadini e allevatori. Ho comprato, oltre alle spezie, i cornes de gazelles, dolci tipici a base di mandorle e miele la cui forma ricorda appunto le corna di gazzella, prodotti per il Ramadan.

Il villaggio semitroglodita di Chenini

Quindi abbiamo proseguito per Chenini, un villaggio semitroglodita. A differenza del villaggio troglodita di Matmata, infatti, le abitazioni non sono totalmente scavate nelle pareti rocciose della montagna, ma solo in parte in quanto la pietra della montagna di Chenini è più dura rispetto a quella di Matmata.

Dal basso del villaggio abbiamo percorso, tramite una guida berbera, una salita per raggiungere la cima e quindi la moschea, dove ho sorseggiato un ottimo caffè espresso (non l’avevo ancora preso, e se non bevo caffè al mattino non riesco a svegliarmi!). La moschea non è stata possibile visitare in quanto dal 1972, per rispetto del culto religioso, vige il divieto a chi appartiene a religioni diverse dall’Islam. Durante il tragitto per raggiungere la cima della montagna, abbiamo visitato appunto un’abitazione troglodita. Le abitazioni troglodite offrono un ambiente temperato e piacevole in ogni stagione, aspetto da non sottovalutare in queste regioni montuose dalle estati torride.

Poi siamo scesi a valle e abbiamo pranzato in un ristorante tipico dove abbiamo mangiato una zuppa di orzo tunisina, il cous cous e le corna di gazzella e ovviamente bevuto un tè alla menta.

L’antico granaio (ksar) Hedada

Dopo il pranzo abbiamo preso la strada del ritorno per Djerba, sempre via il ponte romano, facendo un’ultima tappa al granaio (ksar) Hedada che è stato utilizzato per la realizzazione di Guerre stellari – Star Wars del 1977 (da Wikipedia).

Gli ksour (plurare di ksar) sono architetture stupefacenti che si visitano salendo le scale (che io non ho fatto per la distorsione al malleolo che mi sono fatta “giustamente” prima di partire!) e le rampe. Un tempo erano punti di collegamento per i seminomadi della regione che vi conservavano i loro raccolti al riparo dai saccheggiatori, in celle sovrapposte chiamate ghorfas (stanze). Non c’è ksar, granaio, uguale, ognuno è differente, alcuni assomigliano a grandi alveari con innumerevoli alveoli che circondano un vasto cortile. I più grandi contano diverse centinaia di ghorfas e fino a quattro piani sovrapposti. Per la loro grande maestosità sono considerati i castelli del deserto.

Verso le 16 siamo arrivati a Djerba, stanchi ma felici e gratificati dalle bellissime emozioni che ci hanno regalato i paesaggi rudi, ma pieni di significato, di Medenine e Tataouine.

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    (Tutte le foto sono di proprietà di Daniela Larivei)